lunedì 3 ottobre 2011

Il baratto di Giovanna Querci Favini

Il romanzo ha un'impostazione filosofica ispirata al "Faust" di Goethe e alla lotta interiore tra il bene e il male, tra la tensione esistente fra un presente banale e un passato idealizzato nel ricordo che rischia di fagocitare la speranza nel futuro.
Sul piano metafisico, la Signorina M. impersona un mefistofele velleitario e frustrato, su quello umano Ghita vive la routine quotidiana apparentemente paga, ma i rimorsi rimossi riaffiorano sotto forma di sogni.
Il mondo onirico rischia di condurla all'autodistruzione, ma un ultimo sussulto di volontà la riporta agli affetti familiari e all'accettazione di sé.

Pretenzioso, ripetitivo, prolisso, poco coinvolgente.

Recensione di Carmela Chiricosta.

Nessun commento: