martedì 30 giugno 2009

La mendicante azzurra di Guido Rampoldi

Una spy story americana all'italiana! Un mix che per me non funziona e che mi ha lasciata molto perplessa. In molti punti ho avuto l'impressione che l'autore non sapesse come proseguire e che uno spunto interessante gli sia rimasto tra le mani allo stato embrionale. Interessante la parte riguardante il museo afghano: il pensiero corre alle opere trafugate, rivendute o peggio ancora distrutte per non lasciare traccia di testimonianze pre-islamiche!
Il protagonista è un italo-irlandese funzionario Onu che rimane invischiato in un intreccio in cui compaiono multinazionali e speculatori senza scupoli, retaggi lasciati dai russi, scavi archeologici scomparsi, taliban e arabi, sharia ed esecuzioni sommarie e come se non bastasse l'11 settembre!

"Più il tempo passava più sentiva l'impellenza di sbaragliare tutto. E non sapendo come fare aveva cercato un destino che provvedesse... Se ne esco sarà diverso, si disse quella notte mentre sobbalzando andava incontro al proprio fato."

lunedì 29 giugno 2009

Premio biblioteche 2009: i finalisti

Giovedì 25 giugno si sono svolte le votazioni per la selezione dei finalisti del Pre.mio(tre per la sezione narrativa e tre per la sezione saggistica).

Ecco i titoli dei selezionati:

Per la narrativa: Mazzucco, Petri, Rampoldi.

Per la saggistica: Gramaglia, Leogrande, Cantone.

lunedì 15 giugno 2009

"Uomini e caporali" Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del sud di Alessandro Leogrande

Si tratta di un libro inchiesta, con risvolti autobiografici familiari, su una realtà sommersa, misconosciuta, ma di notevole rilevanza socio-economica e umanitaria: il nuovo "caporalato", straniero ma connivente con l'imprenditorato agricolo meridionale e con i clan mafiosi locali, che sfrutta, con sistemi arcaico-moderni, una manodopera extracomunitaria e neocomunitaria sottopagata, schiavizzata, vessata, in assenza di leggi idonee e di criteri umanitari.
La situazione attuale affonda le sue radici storiche nei primi anni del novecento, quando un tentativo di rivoluzione agraria ( "la terra ai contadini" ) fu repressa dalle forze congiunte delle squadre fasciste e dell'esercito ( strage di Marzagaglia - 1920 ). La regione indagata è la Puglia con le sue colture di pomodori, carciofi, olive.... che richiama molti operai stagionali. Ma i "caporali", che mediano la richiesta e l'offerta del mercato lavoro, riducono in schiavitù gli operai che soccombono agli stenti, alle privazioni, alle condizioni disumane e spesso spariscono senza lasciare traccia.
Qualche falla nell'organizzazione, parcellare e globalizzata, permette di intravvedere il funzionamento di questo mondo ignorato, ma è fondato il timore che si tratti solo di un'illusione e tutto continuerà come sempre.
Questo libro-inchiesta costituisce un viaggio, tra passato e presente, nel nuovo caporalato straniero legato all'imprenditoria agricola pugliese e connivente con i clan mafiosi locali che sfrutta la manodopera extracomunitaria e neocomunitaria sottopagata, schiavizzata, vessata in assenza di leggi idonee e di criteri umanitari.
L'autore si esprime in modo lineare e aneddotico. E' talora ripetitivo, ma traccia un quadro inquietante e spietato di una società multietnica in cui il profitto di pochi si basa sulla sopraffazione e sulla sofferenza di molti.
Recensione di Carmela

" Infinita notte" di Alessandro Zaccuri

Il romanzo si articola su filoni multipli di narrazione per seguire le vicende di alcuni personaggi emblematici:

Raffaele, lo scrittore di un romanzo di successo diventato autore della manifestazione festivaliera di San Remo, Gabo il figlio talentuoso e ribelle di un dirigente della RAI che intreccia una storia con due ragazze un po sfigate, Miles il manager italo-americano che sfiora la passione e l'intrigo con l'enigmatica Jeanne e il russo Victor, e tanti altri personaggi delineati con tratti efficaci ed essenziali.

Alla storia del backstage del 60° festival della canzone italiana si intrecciano e si alternano le storie individuali ( vita e carriera ) di un'umanità variegata e polimorfa che vorrebbe assurgere a specimen della società a noi contemporanea.

La titolazione dei vari capitoli ricalca i titoli di canzoni popolari. L'autore adopera un linguaggio di taglio giornalistico, con inflazione di frasi e vocaboli stranieri e fa ricorso a periodi brevi, spesso nominali.

La descrizione dell'ambiente mediatico e giornalistico risulta efficace.

Recensione di Carmela

"Ovunque io sia" di Romana Petri

Sullo sfondo di una Lisbona da sogno, si narrano i destini di tre donne fragili e forti ,che lottano per la vita e per i figli, con o senza illusioni, con alterni risultati. Fondamentalmente sole, senza nemmeno il supporto psicologico dei loro uomini, inadeguati, chiusi nel loro egoismo, irretiti dai loro affetti. La maternità, esaltata fino al sacrificio, è contrapposta ad una paternità più labile, velleitaria, ma non incisiva. Tra gli altri risalta la figura di Manuel Ramalhete, sentimentale, teatrale e bugiardo, a suo modo generoso ma superficiale e irresponsabile che aderisce con profitto al regime poliziesco portoghese. Lo stile è semplice, efficace, talvolta visionario e soffuso di lirismo.

Recensione di Carmela

domenica 14 giugno 2009

Diaspora, storia degli Ebrei del Novecento di Anna Foa

L'opera è il frutto di una accurata ricerca storica, i dati informativi sono sottoposti al vaglio di un'analisi e di una interpretazione condotta con rigore. Non giova al libro l'unilatelarità della visione storica, determinata dall'impianto stesso dell'opera: la storia degli Ebrei; unilatelarità che si attenua allorché l'autrice intreccia le vicende degli Ebrei con quelle europee nel periodo tra gli anni '30 e la II guerra mondiale, realizzando un quadro storico di più ampio respiro. La storia della nascita dello stato di Israele e del conflitto arabo-israeliano è trattata con sufficiente obiettività.

Recensione di Bianca

venerdì 12 giugno 2009

"D'amore e d'odio" di Maria Rosa Cutrufelli

All'inizio la lettura è stata difficile ma andando avanti mi ha catturata sempre più!
Di base è molto simile a "Il movimento del volo" di Antonella Sbuelz (vinse il pre.mio qualche anno fa, molto bello) e a "Mille anni che sto qui" di Mariolina Venezia (dimenticato in fretta), ma sono contenta di non essermi fermata a questa considerazione e avere insistito nella lettura.
Due storie mi hanno particolarmente colpita: in una si parla del campo di concentramento di Ferramonti che non avevo MAI sentito nominare e trovo scandaloso che non compaia sui libri di storia scolastici! Ho fatto una ricerchina su internet:
"Durante la seconda guerra mondiale, a Ferramonti di Tarsia, in Calabria, venne installato dal regime fascista il più grande campo di concentramento italiano. Oltre duemila persone (prevalentemente ebrei stranieri) furono costrette a vivere per lunghi anni in novantadue baracche sistemate in una valle paludosa ed afflitta dalla malaria. Ma qui, contro le stesse intenzioni persecutorie del regime, si realizzò un significativo rapporto di solidarietà tra la popolazione locale e gli internati e tra le varie etnie di questi ultimi..."

L'altra storia riguarda la Sicilia e il polo industriale Augusta-Priolo-Mililli:
I dati del Centro nascite di Augusta dimostrano un aumento progressivo del numero di nati con difetti congeniti; si passa dall’1,5% del 1980 al 3% dei primi anni ’90, fino ad un picco del 5,6% dell’anno 2000....

E poi ancora moria di pesci, aumento dei casi di tumore, inquinamento della falda idrica.. Mi viene una rabbia!

In conclusione:davvero un bel libro.
"...lei viene da una famiglia speciale sai! dove non si parla di sciocchezze qualsiasi, ma esclusivamente di Gorbaciov e Piazza Tienanmen o dell'ultima mostra di papà. Loro volano alto, mamma, tanto quanto noi voliamo basso, proprio raso terra, con quella specie di questionario a cui vorresti ridurre la nostra conversazione: che hai mangiato, cos'hai visto, con chi t'incontri, mai un discorso un pochetto più articolato..."

martedì 9 giugno 2009

Indiana, di Mariella Gramaglia

Più riguardo a Indiana


Indiana : nel cuore della democrazia più complicata del mondo / Mariella Gramaglia ; con nove fotografie originali di Laura Salvinelli. - Roma : Donzelli, [2008]. - VI, 216 p., [4] c. di tav. : ill. ; 17 cm.

Mariella Gramaglia, già direttrice di NoiDonne e assessore al Comune di Roma, nel 2007 decide di lasciare tutto e di partire per l'India come cooperante per un progetto umanitario.

Indiana è il frutto di questa esperienza, la descrizione di un Paese contraddittorio e pieno di contrasti che si affaccia alla ribalta di un mondo globale, nel tentativo esplicito di conoscere l'India, ma anche di capire un po' di più la propria realtà: "Lascio che le indiane e gli indiani mi cambino e mi facciano apprendere. Da quando la vista mi si è un po' appannata, sono soprattutto alla ricerca di buoni occhiali."

E gli occhi che guardano sono occhi di donna, una donna colta e intelligente che racconta piacevolmente la storia, le religioni, la società e la politica dell'India, che intervista Ela Bhatt, fondatrice di SEWA, il sindacato autonomo di donne indiane, ma che parla anche della vita quotidiana ("Casalinghitudine") o dei vestiti delle donne indiane ("Il sari eterno e le mode impermanenti", il mio capitolo preferito).

E' stata una lettura interessante e piacevolissima.




Ela Bhatt e Mariella Gramaglia, foto di Laura Salvinelli tratta da Ordito e trama.

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Laura Salvinelli, foto dedicate a SEWA in bianco e nero e a colori
Laura Salvinelli, Sorelle, articolo dedicato a SEWA
Laura Salvinelli, Ritratto di Ela Bhatt, la rivoluzionaria gentile

sabato 6 giugno 2009

"D'amore e d'odio" di Maria Rosa Cutrufelli

Un romanzo storico che ci fa ripercorrere il difficile cammino delle donne all'emancipazione e alle conquiste raggiunte con grande fatica e determinazione.
Il romanzo abbraccia un arco di tempo molto lungo, partendo dal 1917 in un ospedale militare dopo la disfatta di Caporetto, per arrivare alla notte di capodanno del 1999.
Sette sono i capitoli di questo libro e sette le voci narranti che ci raccontano quasi un intero secolo, sempre all'intero della stessa famiglia, iniziando dalle capostipiti, due sorelle di Torino, Nora ed Elvira, crocerossina la prima e sindacalista la seconda, insegnante nella scuola della Camera del Lavoro. I personaggi ripercorrono le tappe più importanti di questo lungo periodo, che avvertiamo come passato ma che condiziona ancora le nostre vite.
Inizialmente ho letto le prime pagine con difficoltà, non riuscivo a entrare nella narrazione forse perchè non sentivo vicino quel periodo storico, poi la lettura è diventata appassionante e mi sono ritrovata nell'attualita di quei racconti come se fossero stati miei.
Un libro scritto molto bene, con questa caratteristica di un'unica voce narrante che può sembrare insolita e invece si rivela molto coinvolgente.

"Dunque il presente consuma il passato. Ma nel consumarlo lo risveglia e lo illumina per produrre nuova vita, a quanto pare, lievita dentro un tempo andato e ripreso per la cosa...."

Recensione di Piera

Per approfondire

venerdì 5 giugno 2009

"Solo per giustizia" di Raffaele Cantone

Non ho molto altro da aggiungere alle recensioni precedenti se non che ho letto con molto piacere e interesse questo libro che ho trovato sincero, semplice, sentito. Mi ha molto colpita la fiducia cieca che l'autore ha nella giustizia...e d'altronde non potrebbe essere altrimenti vista la professione, ma ho apprezzato la mancanza di toni polemici o critici nei confronti di leggi, istituzioni, avvocati opportunisti... che avrebbero potuto far prendere al libro una strada diversa e avrebbero potuto permettere al protagonista di togliersi qualche sassolino in più dalla scarpa...
"Forse a chi legge queste pagine , potrà apparire strano un attaccamento così forte a un lavoro che rende la vita difficile e piena di sacrifici. Tanto più che, come ho spesso ribadito, non ho mai sentito il ruolo del pm antimafia come una sacra missione. La verità è che la procura per me non è stato un luogo di lavoro come un altro, ma molto di più. Non so dove ho letto che è un immenso privilegio poter fare un lavoro in cui il piacere di svolgerlo è esso stesso lenimento alla fatica..."
A trovarlo un lavoro così!!!! :)