mercoledì 21 aprile 2010

"Scintille" di Gad Lerner
Una storia di anime vagabonde

Mix tra saga familiare, reportage di viaggi (della memoria) in medio oriente ed excursus socio-storico-politico dei paesi ebraici ed islamici alla luce dei conflitti che provocarono la shoah e la diaspora.
Con vivacità ed autoironia, serietà e supponenza, commozione e partigianeria, il giornalista tenta di fare il punto sulla ingarbugliata situazione medio-orientale, mosaico di etnie, religioni,culture diverse e compresenti, che convivono o lottano per la supremazia e la sopravvivenza, quasi "scintille" di anime inquiete, disperse nel "gilgul" cabalistico che le trascina icessantemente.

Recensione di Carmela
"Riportando tutto a casa" di Nicola Lagioia

E' un romanzo d'iniziazione che descrive il passaggio dall'infanzia alla pubertà, all'adolescenza e alla maturità sofferta, con le crisi, i furori iconoclasti, gli scontri generazionali, nella Bari del boom economico anni ottanta.
L'io narrante racconta la sua storia e quella di altri due ragazzi, diversi ma legati da esperienze comuni tendenti alla contestazione, reintegrati o definitivamente sconfitti dalla vita.
Il tentato recupero del passato ha funzione catartica.
L'eccessiva ricercatezza dei termini e del periodare inibiscono la piena fruibilità della storia.

Recensione di Carmela

giovedì 15 aprile 2010

Vincitori 2009: riflessioni

Vincitori 2009: Melania Mazzucco e Alessandro Leogrande.

La Mazzucco l'avevo votata per cui mi ha fatto piacere la sua vittoria. Il libro mi ha coinvolta, colpita e interessata e l'ho trovato anche originale.

Il libro di Leogrande confesso che non l'avevo letto e dopo che ha vinto, Donata ha talmente insistito per farmelo leggere da lasciarmi la copia omaggio a disposizione a tempo indeterminato (credo di averla tenuta per circa 3 mesi) e di questo la ringrazio. All'inizio ho fatto fatica perché l'ho trovato crudo e a tratti ripetitivo: cambiavano i protagonisti ma le situazioni erano sempre le stesse. Poi sono accaduti i fatti di Rosarno e subito dopo ho letto che questo era uno dei libri consigliati da Saviano...e allora mi sono imposta di finirlo! Che possa esistere qui in casa nostra una nuova schiavitù mi ha colpita profondamente e non faccio che chiedermi quanto ancora si possa scendere in basso in questo paese...

mercoledì 14 aprile 2010

La sposa gentile di Lia Levi

Bella storia di una famiglia ebrea o quasi... La scrittrice attinge dai ricordi di famiglia raccontando la storia di suo nonno, ebreo, che sposò una donna cattolica che fece di tutto per dare una vera famiglia ebrea al proprio sposo, cercando di diventarlo lei per prima. Ma cosa vuol dire poi essere ebrei? Lo si può diventare? Questa domanda mi incuriosisce da sempre. Dire "io sono ebreo" o "io sono cattolico" o buddista non è lo stesso concetto? Non è semplicemente un orientamento religioso? O invece è l'appartenenza ad un popolo che proviene da quello che oggi è lo stato di Israele? Il che equivarrebbe a dire "sono italiano" o "sono francese"? Ma non sarebbe corretto nemmeno così perché esistono israeliani non ebrei e viceversa... Sono confusa.

Riporto uno stralcio di un'intervista all'autrice:
Quando Teresa comunica ad Amos di volersi convertire, lui le risponde: “Ebrei si nasce!” Perché?
“Perché gli ebrei non fanno proselitismo. L’ebraismo non è solo una religione, ma un modo di vivere inserito nella quotidianità e quindi difficile da trasmettere. Per esempio, durante le cena della Pesah, la Pasqua ebraica, si dava lettura dell’Agadà come vuole la tradizione. Si leggeva a casa e non in Sinagoga, proprio per spogliare quel momento del senso religioso”.
Però sua nonna avrebbe comunque potuto convertirsi, se avesse insistito…
“Il fatto che si comportasse come un’ebrea bastava. Il rabbino era entusiasta di lei.”
(http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=80&id=33284)

Il passo che mi resterà nel cuore:
"Con una solida casa, tre figli, un capofamiglia così tanto “capo”, mille inevitabili problemi pratici, cosa c’era a tenerli ancora così fortemente e arcanamente uniti? I sensi da soli non potevano bastare… Un giorno glielo chiese… “Mah” disse con tono esitante, “io voglio sempre che lui sia contento. E anche lui lo vuole per me. E’ tutto qui. Gli altri matrimoni forse sono fatti di tante cose in più ma a me sembra che questa cosa se la dimenticano”.