Il racconto si svolge a Bari, anni '80, in pieno boom economico. Gli adulti sono molto distratti dalla possibilità di fare soldi, aprire nuove attività, costruire case faraoniche e dimenticano i propri figli che perdono il filo della famiglia e del loro futuro, tasche piene di soldi, possibilità di fare tutto senza il controllo dei genitori che hanno perduto il senso del giusto.
Ritrovarsi dopo 20 anni è un'amara sorpresa, senza rendersi veramente conto di cosa è successo e del perché. In fondo a tutto questo c'è il risultato di aver raggiunto un traguardo di modernità che ci ha fatto dimenticare le nostre radici e i valori perduti.
E' un libro che si legge bene, veritiero, ma che lascia l'anima amara.
Recensione di Erminia
Con il barista di Hebe Uhart su una panchina in riva al lago
1 settimana fa
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