lunedì 24 maggio 2010

Il grande silenzio di Alberto Asor Rosa

Asor Rosa sviluppa un percorso storico dall'età del Risorgimento ai nostri giorni, mettendo in evidenza l'intervento degli intellettuali nella vita politica e sociale dell'Italia nei vari momenti della sua storia e come questo intervento sia venuto a mancare negli anni più recenti. Egli esamina con lucidità di analisi il perché si sia verificato questo fenomeno, considerato dall'autore drammaticamente negativo, dell'assenza degli intellettuali.
L'intellettuale si serve della parola scritta, che rimane pur sempre lo strumento per il dibattito critico, per un confronto delle idee e che richiede un certo livello di alfabetizzazione e di cultura. Gli attuali mezzi di comunicazione di massa (televisione, comunicazione telematica), che sono propri della civiltà di massa e globalizzata, non richiedono un alto livello di alfabetizzazione, tanto meno richiedono autonomi strumenti culturali, essi producono una omogeneizzazione nei comportamenti, un'adesione ad un pensiero unico supinamente accettato. Alla povertà culturale della società italiana ha contribuito la televisione che risponde esclusivamente ad esigenze commerciali. In questo quadro negativo tracciato dall'autore, che riguarda anche la situazione politica italiana, dove sempre più si va affermando un governo autoritario (Asor Rosa parla di una vera e propria dittatura) possono individuarsi zone di resistenza ancora capaci di autonomia; una di queste è la scuola, pur con tutti i suoi difetti, e per questo motivo - osserva l'autore - è stata così penalizzata dal governo.
Asor Rosa infine auspica una ripresa a livello mondiale della cultura dell'Occidente, basata sul pensiero critico (che mette in discussione l'esistente), sul pensiero forte (capace di progettare un futuro alternativo), su autentici valori. Si tratta della cultura che ha come patrimonio storico e politico la rivoluzione francese, i diritti dell'uomo, l'hegeliana filosofia della storia e la marxiana teoria delle classi. L'autore auspica che questa cultura possa diffondersi anche in quelle aree geografiche che non l'hanno conosciuta.
Si tratta di un'opera interessante e stimolante per il lettore. La trattazione procede con ritmo serrato ed è sempre coesa pur nella forma dell'intervista, che avrebbe potuto determinare una certa frammentazione nello sviluppo del discorso.
L'ampiezza e la profondità dell'analisi delle situazioni storiche e politiche attestano la cultura e le doti intellettuali dell'autore, che è stato ed è tuttora testimone e soggetto attivo delle vicende culturali e politiche italiane.

Recensione di Bianca

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